Storico

Nel 2008, il panorama del teatro contemporaneo attraversa una fase di trasformazione. Il concetto di residenza artistica inizia a imporsi con forza, diventando un elemento sempre più centrale e necessario, anche se ancora dai confini nebulosi e poco chiari. Allo stesso tempo, emerge con urgenza la necessità di sostenere un settore ancora poco valorizzato: quello della nuova drammaturgia, intendendo la drammaturgia nella sua accezione più vasta, non solo legata alla parola.

Il primo passo compiuto – su iniziativa di Teatro Inverso, oggi IDRA Teatro – è stato quello di attivare una rete di incontri, formali e informali, in dialogo con alcune tra le più importanti realtà nazionali e internazionali e con numerosi artisti e operatori italiani. L’obiettivo era comprendere quali potessero essere le migliori prassi per promuovere una drammaturgia nuova, aperta, viva. Da quei momenti di confronto sono emerse visioni contrastanti. Da una parte, era chiaro che il contesto italiano richiedesse un sostegno formativo specifico per gli autori; dall’altra, i drammaturghi sollevavano interrogativi che andavano ben oltre la formazione:
Perché i giornali non recensiscono i testi teatrali contemporanei?
Perché editori e librerie non li considerano?
Perché i teatri non li producono?
Perché i registi li snobbano?

Perché il pubblico non si identifica più nella scrittura contemporanea?

Il campo d’azione appariva allora frammentato, fragile, privo di una struttura solida, ma proprio per questo aperto a nuove possibilità. Ed è su questo terreno che ha preso forma il progetto.

In un contesto così instabile, risultava anacronistico partire da valori teorici per poi adattarli a un target generico. Il progetto ha quindi deciso di invertire la prospettiva: prima individuare il pubblico di riferimento, poi comprenderne i bisogni reali. L’attenzione si è concentrata su autori e autrici con una formazione di base, interessati a professionalizzare il proprio percorso attraverso un tutoraggio continuativo. La residenza ha assunto un ruolo centrale: un luogo protetto e condiviso, in cui lo scambio artistico potesse avvenire in modo orizzontale, fuori da ogni gerarchia. Anche la figura del tutor è stata ripensata: non più un “maestro” da emulare, ma un facilitatore, capace di ascoltare, comprendere e offrire strumenti flessibili, adeguati alla complessità del presente.

Questa prima fase ha trovato compimento in una seconda, necessaria per legittimare gli autori di fronte al sistema composto da editori, registi e teatri. È stato quindi ideato un percorso di promozione, che ha previsto la produzione di testi originali, presentati sia come letture pubbliche sia come mise en espace. Ma anche questo passaggio si è rivelato insufficiente. Mancava un elemento essenziale: la possibilità di vedere i testi realmente prodotti e messi in
scena. È così che, nel 2016, è stata introdotta una terza fase fondamentale del percorso: la creazione di un bando rivolto alle compagnie teatrali per la produzione del testo vincitore, selezionato tra quelli sviluppati nella fase iniziale.

NdN si pone quindi come la possibilità di dare vita a uno spazio reale e virtuale dove gli autori e le autrici possano confrontarsi, trasformarsi e sperimentare, in dialogo con un linguaggio scenico in continua evoluzione e con tempi produttivi che richiedono nuove strategie.